martedì 11 marzo 2008

La città di Pisa è in trasformazione: ma a vantaggio di chi? di Legambiente Pisa- Progetto Rebeldìa

fonte: www.greenreport.it

La città di Pisa è in trasformazione: ma a vantaggio di chi? di Legambiente Pisa- Progetto Rebeldìa

PISA. Pisa è prossima a grandi trasformazioni che cambieranno centro e periferia: verso quale modello di città? Quali i cambiamenti nella vita dei cittadini? Quali interessi muovono queste trasformazioni? Quali bisogni soddisferanno? I cittadini sono informati ed invitati a partecipare? Queste ed altre sono le domande che Legambiente Pisa e il Progetto Rebeldìa si sono posti in una serie di incontri e di approfondimenti, chiamata ‘Interferenze Urbane’. Dal dibattito, molto legato alla nostra realtà, sono emersi forti elementi di preoccupazione, e riteniamo necessario aprirlo a tutta la città. Sono stati analizzati i numerosi progetti all´ordine del giorno, già in cantiere o in via di definizione: il Parco delle Torri in zona Isola Verde, con i suoi due edifici alti 45m, l´area ovest dell´attuale Saint-Gobain, con i suoi 420 appartamenti, l´ormai famosa Piazza del Terzo Millennio, architettura di lusso tra capannoni e inceneritore. Un´attenzione particolare è stata dedicata ai progetti promossi dagli enti pubblici: dalla nuova sede della Provincia a Cisanello, la cui realizzazione cancella il parco urbano lì previsto, alle grandi operazioni dell´area del Santa Chiara e delle caserme, che di fatto si risolvono nella privatizzazione completa delle aree liberate, destinandole a residenze di lusso e al turismo mordi e fuggi. Molte di queste opere saranno realizzate grazie a varianti al Piano Strutturale e al Regolamento Urbanistico. Ciò da un lato indica una non rispondenza degli interventi alla visione collettiva e di lungo periodo della pianificazione, dall´altro palesa un continuo rincorrere esigenze di volta in volta espresse dai vari attori, magari privati. Numerosi sono gli aspetti che lasciano perplessi in questi progetti.

Ad esempio, Pisa ha bisogno come molte altre città, di un parco urbano, che funzioni da polmone per la città e per chi vive quotidianamente nel cemento. L´area individuata dal Regolamento Urbanistico è quella di fronte al centro commerciale Pisanova, che però, secondo il progetto vincitore per la nuova sede della provincia, sarà interamente occupata da edifici, lasciando a verde solo i ritagli. Considerando anche la prospettiva di cementificazione della Caserma Bechi Luserna lungo l’Aurelia, altro grande spazio verde di 120.000mq, risulta chiaro come Pisa stia rinunciando per sempre alla possibilità di avere un vero parco urbano. La questione abitativa rappresenta un´altra interessante chiave di lettura. Infatti i progetti prevedono prevalentemente residenze di lusso in città, e residenze stagionali legate al turismo sul litorale. Poca attenzione invece è dedicata all´edilizia convenzionata o popolare; infatti l´unica zona con una quota riservata è l´area ovest della Saint Gobain, stretta tra la zona industriale e i cantieri. A ciò si aggiunge la mancanza assoluta della previsione di spazi sociali da destinare alle numerose realtà cittadine che quotidianamente promuovono cultura, solidarietà, socialità, integrazione. Un altro grande problema che le trasformazioni dovrebbero contribuire a risolvere e che invece finiscono per aggravare è quello della mobilità. Un bisogno irrinunciabile e un diritto fondamentale per tutti, non può che essere caratterizzato da una attenta pianificazione e da una prevalenza del trasporto collettivo su quello privato. Questo aspetto e le sue ricadute su ambiente, salute e qualità della vita sembrano completamente ignorati. Ad esempio a Cisanello, il notevole aumento delle aree residenziali (Parco delle Torri) e dei servizi (ospedale, provincia, tribunale...), in un´area già congestionata dal traffico, e su cui graverebbe anche il flusso derivante dalla nuova tangenziale nord- est, lascia intravedere una scarsa attenzione alla visione d´insieme della città e dei suoi bisogni.

La tendenza ad agire sempre di più col meccanismo dell´urbanistica contrattata, produrrà effetti negativi di lungo periodo sulla qualità della vita in città ed in particolare per i suoi abitanti più deboli. Eppure queste grandi trasformazioni sono un´opportunità epocale per Pisa. Crediamo che per coglierla pienamente sia necessario da parte della futura amministrazione coinvolgere realmente i cittadini e le loro istanze, non solo quelle dei grandi investitori. Questi grandi progetti, in particolare le destinazioni d´uso dell´area del Santa Chiara e delle caserme dismesse, daranno il segno della città che verrà: vogliamo pensare ad una Pisa con una casa per tutti, dotata di spazi pubblici non commerciali, ricca di verde pubblico, liberata dalle auto private, con strutture sociali e culturali aperte a tutti i cittadini. Di fronte ai grandi progetti proposti ed in parte attuati invece, che ignorano le esigenze dei cittadini di oggi e di domani, non possiamo che domandarci: quali interessi perseguono? A chi giova questa trasformazione? Cui prodest?

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