
(Foto tratta dalla copertina di un numero del "Cacciatore Italiano" bimensile della Federcaccia)
PER 11 MILA cacciatori è arrivata l'ora di imbracciare il fucile. La stagione di caccia inizia oggi con un calendario venatorio molto simile a quello dell'anno passato: chiusura generale il 31 gennaio 2010 con alcune chiusure anticipate per la lepre il 7 dicembre, per la starna, pernice rossa e
coniglio selvatico il 31 dicembre e per il fagiano il 6 dicembre. La caccia al cinghiale inizierà su tutto il territorio provinciale il 1° novembre e terminerà il 31 gennaio 2010. E CON LA RIAPERTURA della caccia, tornano immancabili anche le polemiche tra cacciatori da una parte e associazioni ambientaliste dall'altra. E' di poche settimane fa, infatti, l'approvazione da parte della Giunta regionale della proposta di legge che aggiorna e rinnova le modalità della caccia in Toscana, proposta che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio Regionale. Entrano in vigore da oggi anche alcune novità operative: la deroga per lo storno a cui i cacciatori potranno sparare «a causa dei danni provocati agli ambiente agricolo» e l'allungamento del periodo di caccia al cinghiale con un peso maggiore dato proprio ai cacciatori nell'ambito dei piani di abbattimento di tutti gli ungulati. Tutti provvedimenti che per il Wwf pisano non fanno altro che peggiorare la normativa. «Nonostante la nostra Regione conservi un primato rispetto ad altre sulle normative di tutela e difesa degli animali e della biodiversità, sembra che, su temi importanti quali caccia e gestione faunistica, ci si voglia proprio allineare alle scelte di quelle Regioni diventate note per le loro politiche infelici». Una situazione che in Provincia di Pisa ha seguito però strade diverse: secondo Wwf, Legambiente, Lav, Enpa, Lipu «è stato colmato un vuoto regolamentare in cui le associazioni venatorie dettavano legge e si è costruito un Piano Faunistico Venatorio Provinciale con specifiche linee guida supportate da pareri scientifici e tecnici. La nostra Provincia, così, da maglia nera della Toscana quale era designata, si è avviata a diventare, in questo settore, una delle più avanzate». RIBATTE la sezione pisana della Federcaccia: «A distanza di 17 anni dall' emanazione della legge nazionale 157/92 c'è l'esigenza di una serie di correttivi: revisione delle specie cacciabili, tempi di caccia, un recepimento corretto delle direttive comunitarie. Tutte
risposte obbligate per dare certezza di diritto ai cacciatori pisani e italiani».
PER 11 MILA cacciatori è arrivata l'ora di imbracciare il fucile. La stagione di caccia inizia oggi con un calendario venatorio molto simile a quello dell'anno passato: chiusura generale il 31 gennaio 2010 con alcune chiusure anticipate per la lepre il 7 dicembre, per la starna, pernice rossa e
coniglio selvatico il 31 dicembre e per il fagiano il 6 dicembre. La caccia al cinghiale inizierà su tutto il territorio provinciale il 1° novembre e terminerà il 31 gennaio 2010. E CON LA RIAPERTURA della caccia, tornano immancabili anche le polemiche tra cacciatori da una parte e associazioni ambientaliste dall'altra. E' di poche settimane fa, infatti, l'approvazione da parte della Giunta regionale della proposta di legge che aggiorna e rinnova le modalità della caccia in Toscana, proposta che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio Regionale. Entrano in vigore da oggi anche alcune novità operative: la deroga per lo storno a cui i cacciatori potranno sparare «a causa dei danni provocati agli ambiente agricolo» e l'allungamento del periodo di caccia al cinghiale con un peso maggiore dato proprio ai cacciatori nell'ambito dei piani di abbattimento di tutti gli ungulati. Tutti provvedimenti che per il Wwf pisano non fanno altro che peggiorare la normativa. «Nonostante la nostra Regione conservi un primato rispetto ad altre sulle normative di tutela e difesa degli animali e della biodiversità, sembra che, su temi importanti quali caccia e gestione faunistica, ci si voglia proprio allineare alle scelte di quelle Regioni diventate note per le loro politiche infelici». Una situazione che in Provincia di Pisa ha seguito però strade diverse: secondo Wwf, Legambiente, Lav, Enpa, Lipu «è stato colmato un vuoto regolamentare in cui le associazioni venatorie dettavano legge e si è costruito un Piano Faunistico Venatorio Provinciale con specifiche linee guida supportate da pareri scientifici e tecnici. La nostra Provincia, così, da maglia nera della Toscana quale era designata, si è avviata a diventare, in questo settore, una delle più avanzate». RIBATTE la sezione pisana della Federcaccia: «A distanza di 17 anni dall' emanazione della legge nazionale 157/92 c'è l'esigenza di una serie di correttivi: revisione delle specie cacciabili, tempi di caccia, un recepimento corretto delle direttive comunitarie. Tutte
risposte obbligate per dare certezza di diritto ai cacciatori pisani e italiani».
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