lunedì 9 febbraio 2009

“Sos: il dio denaro si e’ accorto che ci siamo anche noi”






Mina Canarini e Serena Bianchi, da Migliarino Pisano

Articolo Tratto da EddyBurg

Siamo due cittadine di un piccolo territorio, Migliarino Pisano che sta subendo un attacco dal colosso svedese ikea, siamo alla presentazione del 3° progetto e questo sembra che ce la farà. Ma iniziamo dall’inizio…
Negli anni ‘60-‘70 il nostro territorio divenne oggetto di una delle più grandi speculazioni edilizie che l’Italia di quell’epoca avesse mai conosciuto, tesa a trasformare tutta la fascia costiera che si estende da Viareggio fino alla foce del fiume Serchio in un enorme porto turistico, distruggendo per sempre quell’ oasi naturale che lo stesso Presidente Martini successivamente definì una “perla ambientale” della Toscana.
Fu solo grazie alla massiccia mobilitazione della maggioranza dei cittadini vecchianesi, insieme all’aiuto di tante personalità appartenenti al mondo scientifico e culturale e all’impegno della appena nata Regione Toscana, che si riuscì a bloccare questo insidioso progetto denominato “Villaggio porto Cristina”. Dopo tante battaglie nel 1979, con una amministrazione di sinistra che elaborò un nuovo Piano Regolatore, (il precedente fu bocciato dal Ministero dei Lavori Pubblici) fu promossa e concretizzata la costituzione del Parco Naturale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli.
Da quel momento in poi le amministrazioni comunali che si sono succedute al governo del nostro comune hanno sempre operato per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio attraverso politiche di sviluppo compatibile correlate alla presenza del parco, risorsa di inestimabile valore. L’elevata sensibilità dei cittadini e degli amministratori ha fatto si che dalla costituzione del Parco ad oggi le situazioni di degrado territoriale venissero prontamente bloccate. Anche se le cose sarebbero potute andare meglio. Tutta la partita sottesa alla gestione di un territorio a vocazione turistica poteva essere sviluppato in un modo diverso e ora avremmo avuto i nostri posti di lavoro. Invece negli ultimi tempi ci sono state e ci saranno operazioni poco condivise, e poco in sintonia con le linee di sviluppo adottate da trent’anni a questa parte.
Ma oggi abbiamo questo progetto presentato in più riprese dal C.T.C. (Consorzio Toscano Costruzioni) insieme alla multinazionale IKEA con il quale si ipotizza la realizzazione di un Parco Commerciale nel Comune di Vecchiano in un’area dichiarata agricola dal Piano Strutturale del Comune, adiacente allo svincolo dell’autostrada (A11-A12), a ridosso della frazione di Migliarino e della Statale Aurelia e che confina con il Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli.
In breve proviamo ad evidenziare solo alcune fra le più importanti conseguenze che l’insediamento di una tale struttura indurrebbe nella nostra zona:
- un bacino di utenza di circa due milioni e mezzo di visitatori all’anno, concentrati durante i giorni festivi, oltre al conseguente incremento dei mezzi di “servizio” ad un’attività commerciale di questo genere, provocherebbero un impatto non indifferente sul precario equilibrio del sistema infrastrutturale dell’area già così compromesso ed insufficiente a sostenere un ulteriore aumento del traffico;
- un reale innalzamento dei livelli di inquinamento dell’aria ed acustico a danno della salute di tutti i cittadini in primis della frazione di Migliarino senza considerare l’impatto ambientale di tale struttura;
- una compromissione del tessuto socio-economico della piccola-media impresa artigianale e commerciale dell’area non compensato quantitativamente e qualitativamente dai risvolti occupazionali sbandierati in modo strumentale ma di fatto prevalentemente a tempo determinato e precari;
- una sicura riduzione attrattiva del territorio dal punto di vista ambientale e turistico. Molti sono coloro che apprezzano e vivono il nostro litorale per la bellezza e l’unicità del parco naturale all’interno del quale è incastonata una spiaggia fra le più belle della Toscana;
- una riduzione sensibile del livello di tranquillità e di qualità della vita, caratteristiche che nel tempo hanno saputo attrarre nuovi abitanti e visitatori.
Adesso noi siamo in grande difficoltà per vari motivi: questo progetto è stato ed è tutt’ora una vera patata bollente, lo scheletro nell’armadio degli amministratori e dei politici, tant’è che non se ne parla, lo si ignora sperando che la questione si risolva grazie all’intervento di qualcun altro “sporcandosi” il meno possibile le mani e senza perdere troppi consensi politici.
E’ talmente vera questa cosa che adesso si parla a breve termine di un referendum, ora che la gente è stata lasciata sola a crearsi pensieri e idee molto veloci e di superficie, vittima del facile populismo e della demagogia di che ha voluto strumentalmente caricare la parte dei posti di lavoro a scapito di altre implicazioni non meno rilevanti.
Eh si, quella partita è veramente tosta; una marea di posti di lavoro sbandierati come salvezza di un territorio, di un numero di giovani che pare non aspettino altro che essere assunti da ikea. Noi, invece, siamo diventati quelli che sputano sopra il lavoro per i giovani, la sinistra che dice sempre no a tutto, i sognatori del tempo perduto, i filosofi del si stava meglio quando si stava peggio, i falsi moralisti che ideologicamente dicono no alla grande distribuzione ma poi vestono griffato….
Non so quanto siamo state chiare, ma siamo due persone che hanno scelto di svegliarsi, di impegnarsi attivamente per il loro territorio. La nostra difesa non è dettata dalla volontà di precludere al nostro territorio un futuro, un futuro che non sia miope e che non scambi il dito con la luna
Il nostro impegnarci in prima persona non è nell’ottica di un “NO a tutto” bensì nell’individuare strade di “sviluppo” diverse, compatibili con la nostra storia e con le potenzialità ancora inespresse del nostro territorio. Abbiamo bisogno di tutto l’aiuto che potete darci: informazioni di Comuni con buone pratiche che hanno risolto difficoltà simili alle nostre, suggerimenti su che strada seguire, su quali strategie, o meglio ancora avere un vostro supporto anche in termini di partecipazione ad iniziative volte a sensibilizzare culturalmente i cittadini dimostrando che è possibile declinare diversamente le voci lavoro, sviluppo e crescita.
Insomma abbiamo provato a fare il quadro della situazione, è un vero SOS a cui speriamo risponderete. Per saperne di più, per avere il polso della situazione http://www.lavocedelserchio.it/

Sicure che tutti quelli che sono contrari a questo progetto approveranno questo nostro appello, vi porgiamo i nostri e i loro saluti e restiamo in attesa di una vostra risposta

Dalle informazioni che abbiamo assunto non risulta che le previsioni di cui si parla siano compatibili con il piano strutturale vigente. La costruzione di un nuovo centro commerciale in un'area agricola, come tale disciplinata dal piano strutturale, richiede - necessariamente - una serie di varianti ai piani urbanistici. Ci sono quindi gli spazi per chiedere di essere ascoltati prima dell'adozione del piano e richiedere una risposta, scritta ed esplicita, sulle critiche formulate, e per presentare osservazioni alla variante di piano dopo l'adozione. Bisognerebbe anche controllare se per caso nel PIT (il piano regionale) e nel PTCP (il piano provinciale) non vi siano norme, eluse o interpretate in senso estensivo, per consentire la variante urbanistica (in questo caso si può sollevare il problema per via amministrativa). E' un lavoro faticoso, dei cittadini da soli non riescono a compierlo se non si aggregano e cercano sostegno da parte di qualche tecnico bene orientato¨ce ne sono anche nelle amministrazioni pubbliche. In Toscana c’è la Rete dei comitati per la difesa del territorio, credo che sia un punto di riferimento da non trascurare; qui è il loro sito:http://www.territorialmente.it/. Ma qualunque azione di contrasto non è detto che vada a buon fine. Salvo errori o abusi, l'ultima parola spetta - come è giusto che sia - al consiglio comunale. E se la maggioranza è pro-Ikea l'unica cosa è adoperarsi per una maggioranza differente. Anche qui, non da soli: se agisce da solo ciascuno di noi è perdente.

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